Immaginate di dover sbadigliare, di spalancare la bocca in attesa di quella sublime sensazione che il gesto comporta.
Una vagonata d’aria che riempie i polmoni in un tripudio di piacere, una sensazione che molti paragonano a un orgasmo. Adesso immaginate che un attimo prima dell’acme, lo sbadiglio si blocchi.
A chi non è capitato? Una sensazione bruttissima. Accade che ne arrivi subito dopo un altro ma per un inspiegabile motivo, anche questo non vada a buon fine. E poi un altro e un altro ancora.
Allora cominciate ad espandere spasmodicamente bocca e petto nella speranza d’incamerare la boccata miracolosa che però non solo non arriva, ma nell’intento di riuscirvi iniziate a provare dolore ai muscoli facciali, al petto e soprattutto avvertite un groppo tra gola e stomaco, che non sale e non scende come un boccone rimasto a metà.
Il cuore inizia a battere più forte, il respiro si accorcia e probabilmente arrivano anche le vampate di calore. Cominciate a sbandare smarriti chiedendovi cosa vi stia succedendo e perché. Prima agitazione, poi ansia e infine un corpulento attacco di panico.
Devo dire che a me è andata anche peggio perché allo sbadiglio mancato si è aggiunta la fame d’aria, ossia quella condizione che ti fa vivere un costante stato di dispnea. L’aria non sembra bastare mai e più ti sforzi a incamerarne, più la sensazione di soffocamento aumenta. E questo ha un motivo fisiologico. Il respiro breve, conseguenza dell’ansia, non ti permette di svuotare completamente i polmoni per cui quando la vuoi immettere, il polmone ti risponde picche.
E in effetti la colpa non è (solo) del polmone, bensì del tuo cervello che ha memorizzato in maniera indelebile, il momento in cui lo sbadiglio si è interrotto facendoti perdere quella fantastica sensazione, così come un tossico adesso cerca di riprenderselo a qualunque prezzo.
Inoltre c’è una motivazione fisiologica che è l’alterazione del rapporto tra CO2 (anidride carbonica) e O2 (ossigeno) inspirato ed espirato.
Questo è il momento in cui inizi a elaborare i pensieri più catastrofici sul perché stai vivendo questa terribile esperienza. Dal cancro all’esaurimento nervoso, passando per una sofferenza cardiaca e perché no, magari una rarissima forma di ipertensione polmonare che hai trovato plausibile con i sintomi cercati su Google.
Praticamente sei fregato. O schiatti a causa di una malattia che ce l’hanno in dieci in tutto il mondo o diventi pazzo.
In verità, escluse patologie più o meno importanti (meglio se a escluderle è il tuo medico curante piuttosto che il blog di turno), si può tentare di rilassarsi prendendo coscienza che forse non siamo in pericolo di vita e che con un colpo di fortuna si può invertire il fenomeno. Parlo di fortuna perché per la maggior parte dei medici e della medicina ufficiale, le possibilità sono due:
o hai una grave malattia
o sei depresso
in entrambi i casi sarai imbottito di farmaci (o psicofarmaci) atti a curare i sintomi piuttosto che la causa.
Chi volesse approfondire l’argomento riguardo queste spiacevoli condizioni, meglio conosciute come Sindrome da iperventilazione e fame d’aria, vi rimando a questi link
La Sindrome da iperventilazione
Leggete gli articoli con attenzione perché sono certo che per molti di voi risulteranno illuminanti e forse in grado di aiutarvi a intraprendere il giusto cammino verso la guarigione.
In bocca al lupo a tutti gli affamati d’aria!